Duluth Comics – 5 Fumetti che hanno salvato il 2020
Written by neverwasradio on dicembre 11, 2020
5 fumetti italiani per sopravvivere al 2020 consigliati da Matteo Contin di Duluth Comics
In questo anno di lockdown e quarantene mi sarebbe piaciuto dire che la lettura mi ha aiutato a fuggire altrove, e invece mi ha obbligato a restare qui. Mondi nuovi sì, ma solo se riflettono il nostro.
Inevitabilmente. Così mi sono ritrovato più che in altri momenti a vedermi messo in discussione dai fumetti che leggevo, spietati vivisezionatori di quella realtà che faticavo a comprendere.
Ho letto Sostanza Densa di TommyGun Moretti (Progetto Stigma – Eris Edizioni) proprio durante le primissime fasi del primo lockdown. Ero a casa da lavoro, sono andato in libreria e mi sono preso il lusso di una birra a metà mattina, quello che sarebbe stato per qualche tempo l’unico orario utile per farlo.
SOSTANZA DENSA, TommyGun Moretti
Sostanza Densa è un fumetto senza protagonisti, una storia che racconta lo scontro tra due masse enormi e spaventose. La prima è un blob azzurro che viene da chissà dove, un mostro gelatinoso e alieno che tutto demolisce e che sembra possa essere tenuto a bada solo da Antenna, un supereroe venuto a contatto con la materia e ora capace di gestire lo spaventoso potere della creatura: esaudire desideri. Ma Antenna sembra scomparso, la sostanza densa è a piede libero e gli umani non sanno letteralmente cosa cazzo fare. Nonostante la presenza inequivocabile di personaggi in primo piano, a TommyGun sembra interessare di più il racconto di questa seconda massa informe che popola la sua storia: un’umanità privata del suo falso profeta che si muove confusa e impazzita in un quotidiano dove l’inspiegabile e l’intellegibile hanno preso il sopravvento sotto forma di questa divina e animale distruzione azzurra. TommyGun si concentra nel racconto di questa follia e di questa confusione mostrandoci una città in preda al panico che compone come un mosaico di fatti e accadimenti secondari che si esauriscono senza compiere alcuna parabola narrativa. Serve in questo caso dimenticarsi del dettaglio e allargare il proprio sguardo per cogliere la visione d’insieme. È in quel momento che il tema di _Sostanza densa_ sembra emergere più prepotentemente: Antenna ha fallito i suoi sogni messianici, la divinità capitalista è un mostro impazzito che mette sotto steroidi i nostri desideri, l’umanità smarrita si ammazza sulle macerie dell’ennesimo sistema spirituale che gli aveva promesso la felicità e invece no. Vi ricorda qualcosa?
E mentre sui social si discuteva (tra le tante cose) dei libri, dei fumetti, dei film e dei videogiochi come bene rifugio indispensabile per trovare sollievo dalla solitudine, le mie giornate erano riempite dalla rilettura continua e un po’ paranoica de Le Mani Di Z., ultimo libro di Akab sempre edito da Progetto Stigma in collaborazione con Eris Edizioni (ne ho scritto in maniera approfondita su Le Fauci).
Le mani di Z., Akab
Le Mani di Z. è un libro di falsi rifugi: l’appartamento, la famiglia, le medicine, i sogni, i ricordi, e infine quel pop trasfigurato nella figura di Zorro che è rifugio ultimo e più prezioso per il suo protagonista, la fantasia che lo tiene ancorato alla vita. Insieme alla madre, che nella bibliografia di Akab è elemento ricorrente tanto quanto il pop, con cui condivide l’aspetto protettivo, affettuoso, uterino. Questo è l’obiettivo di Akab, soffiare come il lupo cattivo sull’ultimo rifugio che ci è rimasto per lasciarci senza tetto sulla testa e pavimento sotto i piedi. È sempre stata un po’ la sua cifra stilistica quella di farci sentire nudi e impotenti davanti all’Universo, come se ogni suo lavoro fosse la simulazione di una solitudine assoluta, condizione necessaria per farci interrogare sulla nostra carne e sulla nostra anima.
Terribilis Est Locus Iste, Ferraglia
A proposito di carne e anima: a luglio leggo Terribilis Est Locus Iste di Ferraglia, un’autoproduzione a metà tra il diario personale e la cartella clinica, che mette insieme illustrazioni e manipolazione digitale di documenti. “Questa è la casa di Dio e la porta del cielo”, è la scritta incisa da Giacobbe su una stele dopo aver avuto la visione di una scala che saliva dalla terra al cielo. Nello stesso modo il libro di Ferraglia sembra essere tanto ancorato alla terra quanto tendente al cielo, senza però dimenticarsi della difficoltà della scalata. Quel finale positivo infatti non perde la crudezza del resto del libro, semmai attraverso i colori accesi amplifica il dolore della sutura e delle cicatrici per rimarcare la complessità di qualsiasi guarigione e il dolore che comporta ogni cura. Ammetto che questo finale mi ha aiutato a mettere a fuoco una serie di sensazioni dolorose e spiacevoli che si erano avvicendate durante i precedenti mesi barricato in casa.
Ho passato proprio quei mesi al lavoro come editor sul secondo volume di Materia Degenere, un’antologia pubblicata da Diabolo Edizioni la cui prevendita si è aperta da qualche giorno (la trovi qui). Il lavoro fatto con le autrici mi ha aiutato a tenermi in bolla in settimane dove la routine che miracolosamente teneva in piedi le mie giornate, era andata sgretolandosi. Ferraglia è una di queste autrici, quindi doppio grazie.
Fingerless, Spugna
È stato strano avere la percezione di quanto questa pandemia abbia cambiato il nostro modo di vedere le cose. Avevo già visto le prima tavole del Fingerless di Spugna (il suo nuovo graphic novel uscito per Hollow Press) già da tempo, eppure appena ributtati gli occhi su quelle tavole ho come sentito un’amplificazione in quello che mi veniva raccontato. Alieni piovono sulla Terra, lunghe dita lilla spuntano alle finestre e alle porte fino a sigillarle completamente, facendo ritrovare l’intera città come stretta in un pugno. Come gli altri libri, anche quello di Spugna non è stato pensato per la pandemia e non si riduce con l’essere una riflessione su di essa. Eppure tra le sue pagine riverberano grottesche allegorie di ciò che abbiamo vissuto: un’inspiegabile invasione aliena, il capitalismo lovecraftiano che ci priva della nostra umanità, l’inevitabile solitudine. Spugna lo fa con un fumetto muto divertentissimo da leggere (ad oggi questa è la sua prova narrativa più solida e complessa da quanto riesce a stratificarsi nella sua apparente semplicità).
Il Battesimo Del Porco, Marco Taddei
Voglio terminare questa rassegna di letture influenzate e modificate dal Coronavirus con una fiaba. Il Battesimo Del Porco, scritto da Marco Taddei, disegnato da Samuele Canestrari e pubblicato da Maledizioni, si apre con una serie di illustrazione di un paese deserto, per poi lasciare subito spazio agli interni delle abitazione, ovvero il luogo del segreto familiare, degli incantesimi privati, dei malocchi e delle fatture. Il battesimo del porco è un folk horror all’italiana pieno di nebbia e strani riti. È anche un fumetto fatto di segreti che succedono dentro a stanze chiuse, di patti innominabili tra bene e male per tirare all’anno nuovo. Confidiamo che le forze del bene e quelle del male trovino un accordo, come sempre fanno.
Articolo a cura di Matteo Contin – Duluth Comics