The Shivas – quando il live è tutto
Written by Nicolò Cagnan on dicembre 10, 2019
Con 13 anni di attività, 5 album, 3 ep e più di 1000 concerti alle spalle, i The Shivas saranno ospiti della NeverWas Radio Night il 13 Dicembre al Circolo Gagarin. Leggi l’intervista alla band di Portland fatta da Under The Bridges.
Il 25 ottobre è uscito “Dark Thoughts” il quinto album della garage/lo-fi band The Shivas, che in compagnia degli Allegros Gringos, salirà sul palco del Circolo Gagarin di Busto Arsizio il 13 Dicembre per l’ultima NeverWas Radio Night del 2019. Negli anni la band di Portland si è guadagnata la stima di addetti ai lavori (come la prestigiosa radio KEXP, etichette come Tender Loving Empire o Burger Records, e testate del calibro di Rolling Stone o Brooklyn Vegan. Anche se cresciuti e maturati musicalmente – e Dark Thoughts ne è una conferma -, i The Shivas non sono mai venuti meno alla loro fede: il live. Che sia in un seminterrato o sul palco di un grande festival, quello che conta per i quattro ragazzi americani è portare le proprie canzoni in mezzo alla gente e rompere le barriere tra artista-pubblico attraverso il loro garage/psych/rock-n-roll.
Per saperne di più, i ragazzi di Under The Bridges hanno intervistato Jared, cantante della band.
Iniziamo parlando del vostro ultimo album “Dark Thoughts”. Com’è andata la lavorazione al disco? Quali sono le differenze rispetto al precedente “Better Off Dead” (2016)?
Better Off Dead era piuttosto diverso da Dark Thoughts e You Know What To Do (2014), in quel disco abbiamo mostrato un lato diverso della band, pubblicando delle canzoni generalmente più lente, morbide e che per la maggior parte avevano un sound country-western. Dark Thoughts nella mia testa è molto più simile a You Know What To Do e Whiteout (2012). E’ un disco surf-garage-rock n roll, sebbene abbia comunque la sua calma e i suoi momenti instrospettivi.Il fil-rouge che colelga tutto pero’ è fondamentalmente che noi Shivas non “proviamo a fare” nulla, ma piuttosto scriviamo/registriamo/pubblichiamo le nostre canzoni, selezionando quelle che preferiamo e che crediamo valga la pena mostrare al mondo.Spesso queste canzoni sono rumorose e veloci, a volte lente e placide. Seguiamo sempre il nostro istinto e quello che ci va di fare, senza fare nient’altro che essere noi stessi.
Quali sono questi vostri “dark thoughts”?
Abbiamo tutti quanti dei personalissimi “dark thoughts”, ma per noi il punto è stato prenderli in mano e attraverso la musica processarli per tirare fuori qualcosa di positivo. Questo album parla di noi e del nostro sguardo sul mondo, tentiamo di sublimarlo attraverso le nostre canzoni, sperando che possano avere un impatto positivo sugli altri. In breve, alcuni dei temi che abbiamo sviscerato in questo disco sono: l’amore, la sessualità, la depressione, l’ansia, la fama e l’annichilimento, la mancanza di prospettive, un grande imbarazzo per il nostro governo (in generale sempre, ma soprattutto adesso: FUCK TRUMP). Ma anche la rielaborazione della realtà e quanto questa per ognuno di noi sia separata e unica, ma alla fine – sebbene viviamo tutti nel proprio mondo – ci sono alcuni momenti stupendi in cui siamo in grado di capirci e connetterci tra di noi, e sono proprio quelli che stiamo cercando.
I vostri video-clip sono molto belli. Ci raccontate come li realizzate? Da dove traete ispirazione e chi vi aiuta a realizzare le vostre i dee?
Abbiamo fatto quattro video per questo disco, tre sono già usciti, uno verrà pubblicato a breve. Due sono stati realizzati da Claude Cardenas, un nostro amico di Oakland (CA). Per il video di “Gloria” siamo scesi in California, gironzolato in giro e filmato. Per “If You See Me” abbiamo fatto la stessa cosa, ma nella nostra città natale, Portland, (OR). La cosa incredibile è che Claude riesce a realizzare sempre qualcosa di bellissimo (secondo me), quindi quello che faccio io è semplicemente fargli ascoltare le canzoni, lasciargli immaginare la trasposizione video, riprendere e dirigere – ci fidiamo ciecamente e gli diamo carta bianca! -. Gli altri due video per ‘Playing On The Radio’ e ‘Can’t Relax’ (ancora non uscito), li abbiamo girati con un nostro amico di Portland, Omar Cervantes. Playing On The Radio è stato realizzato in Messico mentre eravamo lì in tour. Omar era con noi e ha creato una storia attorno alla canzone, unendo riprese fatte ad hoc ad alcuni footage del nostro tour. Quella canzone era perfetta per un video perché parla di un brano che si continua a ripetere in radio, dunque ci è bastato filmare tante persone mentre ballavano e si divertivano. Per “Can’t Relax” è stato piuttosto simile. Abbiamo fatto delle riprese durante un paio di nostri basement-concert a Portland (In alcuni circuiti questi tipi di show a Portland sono una leggenda!). Si tratta di un modello di concerto con cui siamo cresciuti e quello che ha reso la band quello che è oggi. E’ il contesto in cui meglio ci lasciamo andare a far musica garage a tutto volume. Quando attacchiamo i pezzi più punk e veloci, la gente inizia a impazzire e spaccare tutto, e tutto ciò è stato fondamentale nella nostra formazione come live-band. “Can’t Relax” era un modo per mostrare questo lato della band e mostrarci nel nostro habitat naturale.
Il vostro ultimo album è stato pubblicato dall’etichetta Tender Loving Empire, com’è nata la collaborazione?
Anche loro sono di Portland, e hanno creato l’etichetta più o meno nello stesso periodo in cui noi abbiamo fondato la band. Siamo sempre stati amici e fan di quello che facciamo. Noi eravamo in ricerca di una nuova label per quest’album , loro ci han chiesto di ascoltarlo e poi se ci andasse di pubblicarlo con loro, così ci abbiamo lavorato su. E’ stata abbastanza naturale come decisione, e ha funzionato!
Negli ultimi anni il “garage-psych” è diventato un genere piuttosto popolare, come mai secondo voi?
Ottima domanda. Per la gente della west-coast – da dove sta arrivando e storicamente arriva moltissima musica – credo avvenga semplicemente perché è parte della nostra eredità musicale. E’ la musica che i nostri genitori e i nostri nonni hanno suonato e ascoltato. La gente esterna alla west coast (e alla California in particolare) invece probabilmente hanno subito il fascino dell’idea che ha sempre circondato questo stile. Si tratta di un sound associato a un mito di “easy-living”. Credo che la motivazione sia anche nel fatto che si tratta uno stile di musica catchy, semplice e facile da catare. Alla fine però, non lo ritengo uno stile molto popolare, capisco ci siano molti fan e musicisti in giro per il mondo, ma nulla di paragonabile a generi come hip hop/country/pop. E’ un genere relativamente di nicchia, ma si sta facendo il possibile per tenerlo vivo e stabilizzarlo ulteriormente.
Il punto focale della vostra musica è il live. Dopo molti anni e più di 1000 concerti, vi godete i live nello stesso modo di prima? Quali sono le cose che vi piacciono di più dei live?
Si, credo che ci li godiamo adesso più che mai. Questo è semplicemente quello che facciamo, quindi quando siamo sul palco, stiamo bene. E’ dove ci sentiamo più a casa.
Com’è la vita durante un world tour?
Intensa! Haha. E’ un’unione del meglio e del peggio. Viaggiamo in giro suonando la nostra musica tutto il tempo, ma non si dorme, non abbiamo molti soldi, e non abbiamo tempo. Riusciamo a vedere i nostri amici in giro per il mondo, ma giusto per qualche ora. E’ bellissimo e sfiancante. L’unico modo per capirlo davvero è farlo, molte persone credono che andare in tour sia come andare in vacanza, ma invece credo sia praticamente l’opposto. Non è confortevole, pulito o rilassante. Di solito si parla di 15 ore di lavoro al giorno, uno dopo l’altro, senza week-end. E’ figo, duro ed è quello che facciamo. Io cerco solamente di passare al meglio il tempo e prendermi cura di me stesso alla stessa maniera – perché diventa esponenzialmente più dura se ti dovessi ammalare! Haha.
Cosa vi aspettate da questo nuovo tour? Suonerete in posti nuovi?
Si, suoneremo in diversi posti nuovi e altri in cui abbiamo già suonato. Spero di vedere molti vecchi amici e farmene parecchi di nuovi. Mi aspetto più che altro di girare e far ascoltare al mondo le nostre nuove canzoni dal nostro ultimo album. Sarà quello che faremo ogni giorno ☺
L’appuntamento con i The Shivas è dunque il 13 Dicembre al Circolo Gagarin, tutte le info QUI.